Quando tutto questo finirà, le nostre abitudini non torneranno come quelle di una volta, qualcosa sarà cambiato e qualche strascico di rabbia, emarginazione, paura, rimarrà tra i cittadini.
Questo il punto di vista del gruppo di ricerca “Psicologhe per L’Italia” progetto che nasce nel marzo 2020 per l’ emergenza Covid 19.

Quattro psicologhe che si sono conosciute presso l’Università degli Studi dell’Aquila hanno deciso di avviare questa iniziativa sostenendo l’Italia e lo slogan “andrà tutto bene”.

Abbiamo deciso di impegnarci in questa iniziativa perché vogliamo dare un sostegno concreto a tutti coloro che vivono con difficoltà tutte le conseguenze della quarantena – spiega Alessandria Di Candia, psicologa di Torino. In un momento storico senza eguali dove assistiamo ad una forte riduzione dei contatti sociali, potrebbero svilupparsi diversi sintomi dovuti alla perdita della routine, al senso di coercizione dato dagli spazi limitati e al forte senso di incertezza. Ansia, depressione, insonnia, rabbia e difficoltà di concentrazione sono i sintomi più comuni generati da una solitudine forzata.

Il progetto si pone l’obiettivo di contrastare la chiusura sociale e psicologica verso cui rischiamo di avviarci tramite le possibilità offerte dalla tecnologia anche in vista anche di un probabile prolungamento delle misure restrittive del Governo.

Ma l’obiettivo fondamentale è riuscire a far passare il messaggio più forte: “Non abbiate paura di chiedere aiuto. Avere paura è normale, ovunque voi vi troviate!”.

Il progetto ci porta ad una riflessione importante sul rapporto tra contatto e contagio.  La “paura del contagio è una paura per così dire razionale, funzionale e adattiva che ci permette di prendere le giuste misure di sicurezza. Ma rischia di trasformarsi in paura del contatto” (con l’altro e a volte anche con sé stessi): una paura disfunzionale e assoggettata ad emozioni totalmente fuori controllo.
Vivere in preda all’ansia e alle emozioni negative (quali rabbia, tristezza e paura) isola ancora di più di quanto le misure governative non facciano. Bisogna evitare che l’ansia si espanda più velocemente del virus. Ecco, così può esser definita la paura del contatto: dover entrare forzatamente in contatto con noi stessi, con i nostri pensieri, con le nostre emozioni…ma anche con i nostri famigliari.

“Psicologhe per L’Italia” rilancia  un’idea nuova di cura in ascolto digitale che, mai come in questi giorni, sembra essere la parola più preziosa, pronunciata e rimpianta.

Di seguito il podcast che racconta il progetto.

Qui puoi ascoltare i podcast che saranno aggiornati periodicamente. Buon ascolto.
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