A partire dal prossimo mese, inizierà la sperimentazione dei concerti senza distanziamento, ispirato al modello messo in pratica all’estero, come soluzione alla ripartenza del settore musicale. L’intero comparto è rimasto particolarmente colpito dalla pandemia per oltre 500 giorni di fermo in cui si è rivelato importante evidenziare l’urgenza di ripensare ad una modalità di ripresa nell’attesa di un ritorno alla vita normale anche per tutti gli operatori dello spettacolo.

L’impatto della pandemia per la musica live

La musica live, è stata letteralmente messa in ginocchio sin dall’inizio del primo lockdown nel 2020. Gli spettacoli di musica dal vivo sono i primi ad essere stati fermati con la sospensione di oltre 3.000 concerti a inizio pandemia secondo i dati di Assomusica. Uno scenario di numeri impressionante e allarmante, cresciuto dal 2020 ad oggi, che ha causato una perdita economica iniziale di oltre 40 milioni di euro aumentata con il prolungamento dei provvedimenti restrittivi. La maggior parte dei grandi eventi musicali dal vivo hanno subito annullamenti o riprogrammazioni continue anche fino al 2023 e sono molti gli artisti italiani che sono scesi in piazza al fianco di tutti i professionisti della musica per manifestare il proprio dissenso e grazie a realtà come “Bauli in Piazza” è stato possibile mettere in visibilità le urgenze dell’intera filiera sollecitando una riforma del settore e nuove regole per ripartire.

 

La spinta della campagna vaccinale

Negli Stati Uniti e in altri paesi è stato proposto di andare in scena in sicurezza attraverso concerti ed eventi per soli vaccinati proponendo di abbracciare questa possibilità con il sostegno di iniziative legate al sostegno della campagna vaccinale. In Italia, Cesare Cremonini, ha chiesto maggior impegno a tutto il settore invitando a seguire questo percorso come unica possibilità di ritorno alla socialità e alla musica dal vivo, tuttavia, non tutto il comparto si trova daccordo e resta di vitale importanza identificare nuove norme per ripartire. Lo scenario italiano è molto complesso e ha visto l’insorgenza di tante azioni, condivisibili o meno, dall’iniziativa “liberi di ballare” contro il divieto dei balli nei locali, a rave e concerti abusivi senza il rispetto delle normative anti Covid come il concertone di Salmo ad Olbia che ha suscitato profonde polemiche.

 

Gli esperimenti all’estero

La musica live e le modalità di organizzazione hanno bisogno di essere rivalutate, tenendo presente la serie di «esperimenti» realizzati in alcuni paesi esteri. E’ il caso di Lollapalooza di Chicago o il festival di Ronquieres in Belgio infiammato dai Måneskin con tanto di lancio dal palco di Damiano sul pubblico presente. Il modello estero propone differenti modalità aprendo i concerti e gli eventi ai possessori di green pass, ai soli vaccinati oppure con tamponi rapidi per tutti, indistintamente. Quest’ultima opportunità tiene conto che anche chi è sottoposto a vaccinazione anti Covid, in realtà possa contrarre la malattia e risultare infettivo. Un tema che resta al centro di un grande dibattito e che divide tantissimi professionisti dello spettacolo.

Cosmo e i primi concerti senza distanziamento

Le prossime date di Cosmo potrebbero rappresentare l’inizio di un cambiamento in termine di organizzazione della musica dal vivo, infatti, si tratterebbe di ipotizzare la presenza del pubblico in piedi senza distanziamento oltrepassando la regola del pubblico seduto e distanziato in vigore fino ad oggi. Le due date di Cosmo in calendario il prossimo ottobre potrebbero aprire al cambiamento anche se regolamentate comunque dal green pass e dalla richiesta di un minimo di cautela. Si può dire che il tema del green pass, in realtà, divida ancora molti organizzatori di eventi sulle modalità e lascia sicuramente ancora molto incerti per il futuro.

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